Dhyana
La pratica di dhyana
I vari concetti di dhyana e la sua pratica hanno avuto origine nel movimento Sramanico dell’India antica,[3][4] che iniziò prima del 6° secolo a.C. (pre-Buddha, pre-Mahavira),[5][6] e la pratica è stata influente all’interno delle diverse tradizioni dell’Induismo. [7][8] È, nell’Induismo, una parte della consapevolezza auto-diretta e del processo di Yoga unificante attraverso il quale lo yogi realizza il Sé (Atman, anima), la propria relazione con gli altri esseri viventi e la Realtà Ultima.[7][9][10] Dhyana si trova anche in altre religioni indiane come il Buddismo e il Giainismo. Questi si sono sviluppati insieme a dhyana nell’Induismo, in parte indipendentemente, in parte influenzandosi a vicenda.[1]
Il termine Dhyana appare negli strati Aranyaka e Brahmana dei Veda ma con un significato poco chiaro, mentre nelle prime Upanishad appare nel senso di “contemplazione, meditazione” e una parte importante del processo di autoconoscenza.[7][11] È descritto in numerose Upanishad dell’Induismo,[12] e negli Yogasutra di Patanjali – un testo chiave della scuola Yoga della filosofia indù.[13][14]
Dhyana yoga
I vari concetti di dhyana e la sua pratica hanno avuto origine nel movimento Sramanico dell’antica India,[3][4] che iniziò prima del 6° secolo a.C. (pre-Buddha, pre-Mahavira),[5][6] e la pratica è stata influente all’interno delle diverse tradizioni dell’Induismo. [7][8] È, nell’Induismo, una parte della consapevolezza auto-diretta e del processo di Yoga unificante attraverso il quale lo yogi realizza il Sé (Atman, anima), la propria relazione con gli altri esseri viventi e la Realtà Ultima.[7][9][10] Dhyana si trova anche in altre religioni indiane come il Buddismo e il Giainismo. Questi si sono sviluppati insieme a dhyana nell’Induismo, in parte indipendentemente, in parte influenzandosi a vicenda.[1]
Il termine Dhyana appare negli strati Aranyaka e Brahmana dei Veda ma con un significato poco chiaro, mentre nelle prime Upanishad appare nel senso di “contemplazione, meditazione” e una parte importante del processo di autoconoscenza.[7][11] È descritto in numerose Upanishad dell’induismo,[12] e negli Yogasutra di Patanjali – un testo chiave della scuola Yoga della filosofia indù.[13][14]
Samadhi
I vari concetti di dhyana e la sua pratica hanno avuto origine nel movimento Sramanico dell’India antica,[3][4] che iniziò prima del 6° secolo a.C. (pre-Buddha, pre-Mahavira),[5][6] e la pratica è stata influente all’interno delle diverse tradizioni dell’Induismo. [7][8] È, nell’Induismo, una parte della consapevolezza auto-diretta e del processo di Yoga unificante attraverso il quale lo yogi realizza il Sé (Atman, anima), la propria relazione con gli altri esseri viventi e la Realtà Ultima.[7][9][10] Dhyana si trova anche in altre religioni indiane come il Buddismo e il Giainismo. Questi si sono sviluppati insieme a dhyana nell’Induismo, in parte indipendentemente, in parte influenzandosi a vicenda.[1]
Il termine Dhyana appare negli strati Aranyaka e Brahmana dei Veda ma con un significato poco chiaro, mentre nelle prime Upanishad appare nel senso di “contemplazione, meditazione” e una parte importante del processo di autoconoscenza.[7][11] È descritto in numerose Upanishad dell’induismo,[12] e negli Yogasutra di Patanjali – un testo chiave della scuola Yoga della filosofia indù.[13][14]
Meditazione buddista
I vari concetti di dhyana e la sua pratica hanno avuto origine nel movimento Sramanico dell’antica India,[3][4] che iniziò prima del 6° secolo a.C. (pre-Buddha, pre-Mahavira),[5][6] e la pratica è stata influente all’interno delle diverse tradizioni dell’Induismo. [7][8] È, nell’Induismo, una parte della consapevolezza auto-diretta e del processo di Yoga unificante attraverso il quale lo yogi realizza il Sé (Atman, anima), la propria relazione con gli altri esseri viventi e la Realtà Ultima.[7][9][10] Dhyana si trova anche in altre religioni indiane come il Buddismo e il Giainismo. Questi si sono sviluppati insieme a dhyana nell’Induismo, in parte indipendentemente, in parte influenzandosi a vicenda.[1]
Il termine Dhyana appare negli strati Aranyaka e Brahmana dei Veda ma con un significato poco chiaro, mentre nelle prime Upanishad appare nel senso di “contemplazione, meditazione” e una parte importante del processo di autoconoscenza.[7][11] È descritto in numerose Upanishad dell’induismo,[12] e negli Yogasutra di Patanjali – un testo chiave della scuola Yoga della filosofia indù.[13][14]