Etere elemento classico

Etere elemento classico

l’etere

Secondo la scienza antica e medievale, l’etere (/ˈiːθər/, le grafie alternative includono æther, aither, ed ether), noto anche come quinto elemento o quintessenza, è il materiale che riempie la regione dell’universo oltre la sfera terrestre.[1] Il concetto di etere fu usato in diverse teorie per spiegare diversi fenomeni naturali, come il viaggiare della luce e la gravità. Alla fine del XIX secolo, i fisici postularono che l’etere permeasse tutto lo spazio, fornendo un mezzo attraverso il quale la luce potesse viaggiare nel vuoto, ma la prova della presenza di un tale mezzo non fu trovata nell’esperimento Michelson-Morley, e questo risultato è stato interpretato come il significato che non esiste un etere luminifero di questo tipo.[2]

La parola αἰθήρ (aithḗr) in greco omerico significa “aria pura e fresca” o “cielo limpido”.[citazione necessaria] Nella mitologia greca, si pensava che fosse la pura essenza che gli dei respiravano, riempiendo lo spazio in cui vivevano, analogo all’aria respirata dai mortali. [3] È anche personificato come una divinità, Aether, il figlio di Erebus e Nyx nella mitologia greca tradizionale.[4] Aether è correlato con αἴθω “incenerire”,[5] e intransitivo “bruciare, brillare” (correlato è il nome Aithiopes (etiopi; vedi Aethiopia), che significa “gente con un viso bruciato (nero)”).[6][7]

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La Quintessenza, conosciuta anche come Aether, o energia, era il quinto elemento classico conosciuto, come l’acqua, il fuoco, la terra o l’aria, ma l’Aether era descritto come il potere della vita. La forza vitale. L’etere è l’elemento più forte e magico. L’etere è quasi come un’estensione della magia. L’etere è l’essenza magica dell’universo. Questo elemento è rappresentato attraverso l’elettricità, il fulmine, la luce e l’energia cosmica, solare e qualsiasi altra forma di energia.

Aristotele incluse l’etere nel sistema degli elementi classici della filosofia ionica come “quinto elemento” (la quintessenza), in base al principio che i quattro elementi terrestri erano soggetti a cambiamenti e si muovevano naturalmente in linee rette, mentre nessun cambiamento era stato osservato nelle regioni celesti e i corpi celesti si muovevano in cerchio. Nel sistema di Aristotele l’etere non aveva qualità (non era né caldo, né freddo, né bagnato, né secco), era incapace di cambiare (con l’eccezione del cambiamento di luogo), e per sua natura si muoveva in cerchio.[3] I filosofi scolastici medievali concedevano all’etere cambiamenti di densità, in cui i corpi dei pianeti erano considerati più densi del mezzo che riempiva il resto dell’universo.[4] Robert Fludd affermava che l’etere aveva il carattere di essere “più sottile della luce”. Fludd cita l’opinione di Plotino del III secolo, riguardante l’etere come penetrante e non materiale.[5] Vedi anche Arche.

5 elementi

La Quintessenza, conosciuta anche come Aether, o energia, era il quinto elemento classico conosciuto, come l’acqua, il fuoco, la terra o l’aria, ma l’Aether era descritto come il potere della vita. La forza vitale. L’etere è l’elemento più forte e magico. L’etere è quasi come un’estensione della magia. L’etere è l’essenza magica dell’universo. Questo elemento è rappresentato attraverso l’elettricità, il fulmine, la luce e l’energia cosmica, solare e qualsiasi altra forma di energia.

Aristotele incluse l’etere nel sistema degli elementi classici della filosofia ionica come “quinto elemento” (la quintessenza), in base al principio che i quattro elementi terrestri erano soggetti a cambiamenti e si muovevano naturalmente in linee rette, mentre nessun cambiamento era stato osservato nelle regioni celesti e i corpi celesti si muovevano in cerchio. Nel sistema di Aristotele l’etere non aveva qualità (non era né caldo, né freddo, né bagnato, né secco), era incapace di cambiare (con l’eccezione del cambiamento di luogo), e per sua natura si muoveva in cerchio.[3] I filosofi scolastici medievali concedevano all’etere cambiamenti di densità, in cui i corpi dei pianeti erano considerati più densi del mezzo che riempiva il resto dell’universo.[4] Robert Fludd affermava che l’etere aveva il carattere di essere “più sottile della luce”. Fludd cita l’opinione di Plotino del III secolo, riguardante l’etere come penetrante e non materiale.[5] Vedi anche Arche.

cosa sono gli elementi

Platone e Aristotele si riferivano all’Aether come “Idea”, e in questo senso, può essere considerato come ciò che esiste al di fuori del mondo materiale (cioè processi di pensiero, algoritmi matematici, ecc.) L’etere era anche chiamato quintessenza (da quinta essentia, “quinto elemento”). Si pensava anche che la quintessenza fosse celeste, cioè non appartenente al mondo materiale (materia). Si diceva anche che la quintessenza avesse il potere della vita. Il suo solido platonico era il dodecaedro.

La parola etere (αἰθήρ) in greco omerico significa “aria pura e fresca” o “cielo limpido”, immaginato nella mitologia greca come l’essenza pura dove vivevano gli dei e che essi respiravano, analogo all’aer respirato dai mortali (anche personificato come divinità, Aether, figlio di Erebus e Nyx). Corrisponde al concetto di akasha nella filosofia indù ed è legato a Brihaspati o Giove e alla direzione centrale della bussola. È legato a αἴθω “incenerire”[2], anche intransitivo “bruciare, brillare” (correlato è il nome Aithiopes (etiopi)), che significa “gente dal viso bruciato (nero)”. Vedi anche Empyrean.

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