Karma buddista

Karma buddista

Mahayana

Karma e karmaphala sono concetti fondamentali nel Buddhismo.[12][13] I concetti di karma e karmaphala spiegano come le nostre azioni intenzionali ci tengono legati alla rinascita nel samsara, mentre il sentiero buddhista, come esemplificato nel Nobile Ottuplice Sentiero, ci mostra la via d’uscita dal samsara.[14]

È l’impulso psicologico dietro un’azione che è “karma”, quello che mette in moto una catena di cause che culmina nel frutto karmico. Le azioni, quindi, devono essere intenzionali se vogliono generare frutti karmici.[26]

Il Buddha definì il karma come intenzione; sia che l’intenzione si manifestasse in forma fisica, vocale o mentale, era solo l’intenzione ad avere un carattere morale: buono, cattivo o neutro Il centro dell’interesse si spostò dall’azione fisica, che coinvolgeva persone e oggetti nel mondo reale, al processo psicologico.[27]

Secondo Gombrich, questa fu una grande innovazione, che rovescia l’etica brahmanica, legata alle caste. È un rifiuto delle differenze legate alle caste, dando la stessa possibilità di raggiungere la liberazione a tutte le persone, non solo ai brahmanici:[28]

Karma e rinascita nel buddismo

Karma e karmaphala sono concetti fondamentali nel buddismo.[12][13] I concetti di karma e karmaphala spiegano come le nostre azioni intenzionali ci tengono legati alla rinascita nel samsara, mentre il sentiero buddista, come esemplificato nel Nobile Ottuplice Sentiero, ci mostra la via d’uscita dal samsara.[14]

È l’impulso psicologico dietro un’azione che è “karma”, quello che mette in moto una catena di cause che culmina nel frutto karmico. Le azioni, quindi, devono essere intenzionali se vogliono generare frutti karmici.[26]

Il Buddha definì il karma come intenzione; sia che l’intenzione si manifestasse in forma fisica, vocale o mentale, era solo l’intenzione ad avere un carattere morale: buono, cattivo o neutro Il centro dell’interesse si spostò dall’azione fisica, che coinvolgeva persone e oggetti nel mondo reale, al processo psicologico.[27]

Secondo Gombrich, questa fu una grande innovazione, che rovescia l’etica brahmanica, legata alle caste. È un rifiuto delle differenze legate alle caste, dando la stessa possibilità di raggiungere la liberazione a tutte le persone, non solo ai brahmanici:[28]

Anattā

Uno dei più importanti strumenti di insegnamento del buddismo tibetano è la Ruota dell’Esistenza. La sua immagine dimostra il processo ciclico di vita, morte e rinascita, e come le azioni che si compiono in questa vita influenzano la vita successiva – un’antica “infografica” del Karma e di altri concetti buddisti.

Secondo alcune tradizioni buddiste, i due peggiori regni in cui rinascere sono il regno dell’inferno, giustamente chiamato, e il regno dei fantasmi affamati. Il Regno dell’Inferno, come suggerisce il nome, è simile alle idee giudeo-cristiane di un luogo spaventoso pieno di fuoco, attizzatoi roventi e mostri che ti mangiano la faccia.

Il Regno dei Fantasmi Affamati è un diverso tipo di sgradevolezza. Esistere in questo regno è facile da immaginare se hai sentito la storia greca di Tantalo. Le persone rinate nel Regno dei Fantasmi Affamati hanno corpi malformati con pance enormi e fameliche, sempre affamati e assetati, ma con colli troppo stretti per accettare cibo o acqua.

Questi regni sembrano fantastici nella loro terribilità, ma considerateli riflessi di problemi del mondo reale come la siccità e la carenza di cibo. Proprio come le rappresentazioni di questi regni sulla Ruota dell’Esistenza avvertono i buddisti delle conseguenze delle azioni immorali, esse possono servire come promemoria per tutti noi della distruzione che il cambiamento climatico globale può portare.

Origine del karma

I primi scritti buddisti (in particolare SN 36.21: vedi link correlati per una traduzione commentata) suggeriscono che non tutto ciò che sperimentiamo è il risultato di azioni passate; può essere dovuto a eventi naturali di un tipo o di un altro. Questo è un punto su cui il primo buddismo sembra differire un po’ dai successivi insegnamenti tibetani, che suggeriscono che tutte le cose buone e cattive che ci accadono sono il risultato di azioni passate.

Mentre ci possono essere dubbi, o opinioni diverse, sul perché stiamo vivendo qualche tipo di disgrazia, non c’è dubbio che possiamo risolvere qualsiasi sofferenza nel momento presente attraverso gli insegnamenti buddisti di consapevolezza e azione basata su buone motivazioni.

Per i buddisti, il karma ha implicazioni oltre questa vita. Le cattive azioni in una vita precedente possono seguire una persona nella sua vita successiva e causare effetti negativi (che gli occidentali sono più propensi a interpretare come “sfortuna”).

Anche un illuminato non è esente dagli effetti del karma passato. Una storia racconta che il cugino del Buddha cercò di ucciderlo facendogli cadere un masso addosso. Anche se il tentativo fallì, il piede del Buddha fu ferito. Egli spiegò che questa era una punizione karmica per aver cercato di uccidere il fratellastro in una vita precedente.

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