Ruota dell esistenza

Ruota dell esistenza

Saṃsāra

Il Bhavachakra, la Ruota della Vita o Ruota del Divenire, è un mandala – un’immagine complessa che rappresenta la visione buddista dell’universo. Per i buddisti, l’esistenza è un ciclo di vita, morte, rinascita e sofferenza a cui cercano di sfuggire del tutto. La Ruota è divisa in cinque o sei regni, o stati, in cui un’anima può rinascere. È tenuta da un demone. Intorno al cerchio sono raffigurati i dodici stadi dell’origine dipendente. Questa galleria spiegherà le parti del diagramma.

La figura spaventosa che tiene la ruota è Yama, il Signore della Morte o Mostro dell’Impermanenza. Ha tre occhi e porta una corona di teschi. Yama simboleggia l’impermanenza di tutto. Gli esseri che tiene sono intrappolati nella sofferenza eterna a causa della loro ignoranza della natura dell’universo. Il buddismo insegna che la morte non è la fine e non deve essere temuta.

Al centro della Ruota ci sono le tre cause di tutte le sofferenze. Queste sono conosciute come i Tre Fuochi: sono l’avidità, l’ignoranza e l’odio, rappresentati da un gallo, un maiale e un serpente. Sono mostrati legati insieme, che si mordono la coda a vicenda, rafforzandosi a vicenda.

Arhat

Barbara O’Brien è una praticante buddista zen che ha studiato al monastero di Zen Mountain. È l’autrice di “Rethinking Religion” e si è occupata di religione per The Guardian, Tricycle.org e altri giornali.

La ruota del dharma, o dharmachakra in sanscrito, è uno dei simboli più antichi del buddismo. In tutto il mondo, è usata per rappresentare il buddismo nello stesso modo in cui una croce rappresenta il cristianesimo o una stella di David rappresenta il giudaismo. È anche uno degli otto simboli auspicabili del buddismo. Simili simboli si trovano nel giainismo e nell’induismo, ed è probabile che il simbolo dharmachakra nel buddismo si sia evoluto dall’induismo.

Una ruota del dharma tradizionale è una ruota di carro con un numero variabile di raggi. Può essere di qualsiasi colore, anche se più spesso è d’oro. Al centro, ci possono essere tre forme che turbinano insieme, un simbolo yin-yang, una seconda ruota o un cerchio vuoto.

Una ruota del dharma ha tre parti fondamentali: il mozzo, il cerchio e i raggi. Nel corso dei secoli, vari insegnanti e tradizioni hanno proposto diversi significati per queste parti. Ecco alcune interpretazioni comuni del simbolismo della ruota:

Karma

La ruota della vita (Skt. bhavacakra; P. bhavacakka; T. srid pa’i ‘khor lo སྲིད་པའི་འཁོར་ལོ་) è una rappresentazione simbolica dell’esistenza ciclica che si trova sulle pareti esterne dei templi e dei monasteri buddisti tibetani nella regione indo-tibetana. Questo diagramma pittorico presenta concetti buddisti di base come il karma e la rinascita in un modo che può essere compreso da persone non istruite o analfabete.

Una delle ragioni per cui la Ruota della Vita veniva dipinta fuori dai monasteri e sui muri (ed era davvero incoraggiata anche dal Buddha stesso) era quella di insegnare questa filosofia buddista molto profonda della vita e della percezione ai contadini o ai mandriani più semplici. Quindi queste immagini sulla Ruota della Vita sono solo per comunicare al pubblico generale.[2]

In Tibet, questo dipinto si trova all’ingresso di praticamente ogni tempio. Descrive vividamente come rimaniamo intrappolati in un vortice controproducente di sofferenza e come questo processo può essere invertito, mostrando come i buddisti si collocano in un universo in continua evoluzione di causa ed effetto. Illuminando le cause dietro la nostra situazione di limitazione e dolore, la ruota dell’esistenza ciclica rivela come, praticando gli antidoti a queste cause, possiamo superare le situazioni dolorose e limitanti che sono i loro effetti. Mostra lo scopo altruistico che può rendere la vita significativa. L’inquietante descrizione dei passi dell’intrappolamento è una chiamata all’azione, perché mostra come la prigione dell’egoismo può essere trasformata in una fonte di aiuto e felicità per se stessi e per gli altri.[3]

Mahayana

Simbolicamente, i tre cerchi interni, muovendosi dal centro verso l’esterno, mostrano che i tre veleni di ignoranza, attaccamento e avversione danno origine ad azioni positive e negative; queste azioni e i loro risultati sono chiamati karma. Il karma a sua volta dà origine ai sei regni, che rappresentano i diversi tipi di sofferenza all’interno del samsara.

Il quarto e più esterno strato della ruota simboleggia i dodici legami dell’origine dipendente; questi legami indicano come le fonti di sofferenza che i tre veleni e il karma producono vivono nell’esistenza ciclica.

L’essere feroce che tiene la ruota rappresenta l’impermanenza; questo simboleggia che l’intero processo del samsara o esistenza ciclica è impermanente, transitorio, in continuo cambiamento. La luna sopra la ruota indica la liberazione. Il Buddha indica la luna, indicando che la liberazione dal samsara è possibile.[9][10]

Nel mozzo della ruota ci sono tre animali: un maiale, un serpente e un uccello. Essi rappresentano rispettivamente i tre veleni dell’ignoranza, dell’avversione e dell’attaccamento. Il maiale rappresenta l’ignoranza; questo paragone si basa sul concetto indiano che il maiale è il più sciocco degli animali, poiché dorme nei luoghi più sporchi e mangia qualsiasi cosa gli capiti in bocca. Il serpente rappresenta l’avversione o la rabbia; questo perché si eccita e colpisce al minimo tocco. L’uccello rappresenta l’attaccamento (tradotto anche come desiderio o attaccamento). Il particolare uccello usato in questo diagramma rappresenta un uccello indiano che è molto attaccato al suo partner. Questi tre animali rappresentano i tre veleni, che sono il nucleo del bhavacakra. Da questi tre veleni si evolve l’intero ciclo dell’esistenza.[11][12]

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