Sri aurobindo frasi

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Sri Aurobindo Ghosh è stato un nazionalista e filosofo mistico indiano, considerato un santo da molti indiani. Nacque a Calcutta il 15 agosto 1872 e fu educato all’Università di Cambridge. È morto nel 1950.

“Tutta la vita è yoga”, mentre molti credono che lo yoga sia una serie di esercizi fisici o consista in pratiche specifiche assunte come parte della propria vita quotidiana, Sri Aurobindo ha esposto una comprensione e una metodologia completamente diversa che cerca di occupare ogni aspetto della nostra vita ed esistenza, per portare l’attenzione cosciente di sé ad ogni movimento, sensazione, emozione e pensiero che sperimentiamo. Sri Aurobindo era un mistico che ha raggiunto i suoi livelli ascendenti di coscienza attraverso lo yoga e la meditazione.

Sri Aurobindo descrive l’evoluzione della coscienza, le limitazioni del nostro attuale stadio in quel processo, e la potenzialità dell’essere umano, con un’azione consapevole e diretta, di partecipare allo sviluppo e alla manifestazione della prossima fase di sviluppo evolutivo.

sri aurobindo poesie

17. “La coscienza del Purusha supremo rimane in alto, ma nella mente ci può essere una coscienza del Purusha che chiamano coscienza cosmica – è ampia, onnipervadente, una. Al di fuori di questa continua il gioco di Prakriti”.

18. “Una mente tranquilla non significa che non ci saranno affatto pensieri o movimenti mentali, ma che questi saranno in superficie, e tu sentirai il tuo vero essere dentro, separato da essi, osservando ma non portato via.”

24. “Il compito del genitore e dell’insegnante è quello di permettere e di aiutare il bambino a educarsi da solo, a sviluppare le proprie capacità intellettuali, morali, estetiche e pratiche e a crescere liberamente come un essere organico, non a essere impastato e pressato nella forma come un materiale plastico inerte.”

27. “Si può vedere la luce sopra la testa; ciò indica una coscienza al di fuori del corpo. Ma quella stessa non è la Coscienza-Verità o Vijnana. Ma molta luce che scende da lì illumina questa coscienza”.

30. “Salute perfetta, sincerità, onestà, schiettezza, coraggio, disinteresse, altruismo, pazienza, resistenza, perseveranza, pace, calma, autocontrollo sono tutte cose che si insegnano infinitamente meglio con l’esempio che con bei discorsi”.

gli insegnamenti di sri aurobindo

L’induismo… non si dava un nome, perché non si poneva limiti settari; non rivendicava un’adesione universale, non affermava un unico dogma infallibile, non stabiliva un unico stretto sentiero o porta di salvezza; era meno un credo o un culto che una tradizione in continua espansione dello sforzo dello spirito umano verso Dio. Un’immensa disposizione a più facce e a più livelli per l’autocostruzione spirituale e la ricerca di sé; aveva il diritto di parlare di sé con l’unico nome che conosceva, Santana Dharma; la Verità Eterna.

L’elemosina infatti non è una conoscenza, ma una fede e un’aspirazione; è giustificata sì da una conoscenza intuitiva imprecisa di grandi verità spirituali e dall’esperienza soggettiva di anime che si sono innalzate oltre la vita ordinaria, ma in sé ci dà solo la speranza e la fede con cui possiamo essere indotti ad aspirare all’intimo possesso dei tratti nascosti e delle più grandi realtà dello Spirito. Il fatto che trasformiamo sempre le poche verità distinte e i simboli o la disciplina particolare di una religione in un dogma duro e veloce, è un segno che ancora siamo solo dei neonati nella conoscenza spirituale e siamo ancora lontani dalla scienza dell’Infinito.

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